venerdì 10 dicembre 2010

Dispersi=trentenni.

Il problema è che non sono io ad essere disperso ma un po' tutta la mia generazione. Un'enorme branco di trentenni che vaga cercando una strada, una soluzione per avere un minimo di stabilità, nonostante abbia nuove idee e risultati concreti ottenuti. Un buon progetto di un trentenne difficilmente porta a uno successivo. Finisce lì. Un'idea nuova difficilemente ha un seguito. Una ricerca che propone qualcosa di nuovo difficilmente viene sostenuta. Insomma la situazione forse è più disastrosa di quello che sembra.
Ma in tutto questo la colpa principale rimane dei trentenni stessi: è vero ci trovano in una selva oscura a causa di una generazione disastrosa, soli e dispersi, ma in quella selva è pieno e strapieno di trentenni dispersi. Ma come si fa ad essere dispersi in un posto strapieno di gente? Non è assurdo? Com'è che non ci si guarda in faccia? Com'è che non nasce una minima collaborazione per trovare una soluzione?
Ho letto un articolo poco tempo fa di un giovane giornalista di sinistra. non rircordo ne il nome ne il contesto in cui lo letto. il giornalista di sinistra diceva sostanzialmente che la genereziane dei trentenni ha completamente perso la "coscienza di classe". Ora della lotta operaia i trentenni ne fanno anche a meno; non aggiungiamo casini a quelli che già abbiamo. Ma al di là della classe e della politica, il giovane giornalista di sinistra diceva una grossa verità: manca la coscienza di appartenere a un gruppo, la consapevolezza di poter condividere le idee con qualcuno e sopratutto la consapevolezza di poter collaborare.

3 commenti:

  1. Mica tutti!!!! Il problema è anche quello che molti trentenni con idee sono talmente snob che le idee se le vogliono tenere per se e non condividerle affatto. In primis gli artisti, temo. E non mi riferisco a te.

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  2. Ps. quindi non solo la "consapevolezza" di poter collaborare ma anche il desiderio di farlo.. Ci sono poi i colti opportunisti che collaborano fin quando fa loro comodo. Strepitosi. Ma per fortuna, come dicevo, non tutti. C'è ancora chi investe nella condivisione, chi cerca di fare reti, chi si associa, chi fa buona politica ( cioè cerca di muoversi per il bene comune).. E meno male

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  3. Sì, forse il termine giusto era "imporsi" o addirittura "ribellarsi un po'" perchè la collaborazione forse è fin troppo poco. Messi come siam messi probabilmente occorre molto di più della collaborazione.
    E' anche vero che in giro ci sono un tot di trentenni figli di papà, ma quelli sono un'altra storia che nemmeno considero.

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