martedì 21 giugno 2011

Precario

Precario è una delle parole più insulse e insopportabili che esistano: puzza di invidia, di vecchio, di paraculaggine. Il precario è quello che vorrebbe essere non-precario, cioè "fisso", in un ufficio per 40 anni, con la panza e il culo parato in eternità, che fa lo stesso lavoro sempre, nello stesso posto, possibilmente statale, che va a letto alla sera senza preoccupazioni se non se la domenica piove o fa bello per via della gita. Sono come quei poveri che potrestano contro i ricchi perchè non hanno un giardino con il recinto e l'antifurto ma non si rendono conto che intorno a loro ci sono centinaia di km di giardino splendido non deturpato da uno squallido recinto, un pratino iglese cacatoio per cani, e un'ansioso antifurto.
Precario è un'idea vecchia, parassita, di un modo di protestare conservatore e paraculo che brontola in nome dell'io e dell'anti.
Precario è un insulto a chi vuole rischiare, costruire qualcosa di nuovo, innovare, condividere, confrontarsi, produrre e migliorare. E' la difesa estrema di una mentalità lavorativa celebrolesa e anticreativa.
Non a caso, la parola "precario", è stata inventata da qualche vecchio parassita politico, o giornalista, o sindacalista.

domenica 19 giugno 2011

cambio.

Situazione attuale.
(questo blog, abbandonato,in disuso, ex-letto poco, ora non letto per nulla, per questo giro diventa un diario da rileggere in futuro)
Sono in fuga. Ho deciso di uscire dal gruppo per fare un'azione mia. Mi hanno seguito altri. Carichi. Siamo tutti carichi. Grinta. Voglia di cambiare. Olè.
E così la fuga va avanti. Tiro io, che sono informa. Tiro io, sì. E la fuga va avanti. La gente, il pubblico, applaude, tifa, sostiente. I giornali parlano, i siti anche. C'è consenso e entusiasmo.
Ma c'è anche la strada, mica solo spiana. Tutt'altro. Su giù. Mangia e bevi.
Quelli in fuga con me sono splendidi. Caricano anche loro. Incitano. Sono con me.
Ma,
un cambio! Datemi un cambio ogni tanto. Mettetevi anche voi fuori dalla scia e rischiate il fuori giri. Rischiate di vincere. rischiate di perdere.
Quando mi giro siete tutti lì. Vi voglio bene. Molto bene. Ma osate. Critici, artisti, galleristi, metteteci qualcosa in più del vostro tifo.
Quello c'è già, viene dal pubblico. Un pubblico fantastico che fa molto di più di quello che dovrebbe fare (chi conosce un progetto che sto facendo sa a cosa mi riferisco).

Ferrarini del futuro pensaci te.